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LA STORIA DELLA BOXE AL MUSEO OLIMPICO DI LOSANNA
In pochi forse lo sanno, ma un pezzo della storia della boxe italiana è esposta al Museo Olimpico di Losanna: la divisa Adidas e le scarpe con cui Francesco Damiani è sceso sul ring a Los Angeles 1984, i guantoni Everlast con cui ha conquistato quell’argento olimpico, ma anche il pettorale di quell’incontro controverso, sono custoditi tra i 1.500 oggetti del museo svizzero, insieme ad altri reperti unici che hanno scritto la storia a cinque cerchi.
Il Museo, infatti, coniuga sport e cultura attraverso un’esperienza inclusiva nei momenti olimpici più emozionanti, grazie all’esposizione di tantissimi pezzi pregiati, oltre a migliaia di reperti multimediali e audiovisivi fruibili attraverso 200 schermi interattivi presenti in ogni padiglione. Oltre alle torce olimpiche, alle medaglie di tutte le edizioni e agli attrezzi sportivi firmati dai campioni, le collezioni del Museo ospitano anche abiti, strumenti musicali, gli show delle cerimonie di apertura e chiusura delle Olimpiadi, manifesti e foto storiche.
Tra gli oggetti in esposizione, oltre a quelli appartenenti a Francesco Damiani, ci sono divise, scarpe e guantoni indossati da altre leggende internazionali delle boxe, ma anche poster unici che raccontano incontri epici.
Tra i reperti più antichi troviamo un paio di guantoni utilizzati da Pierre de Coubertin (padre e fondatore delle Olimpiadi Moderne), la medaglia d’argento conquistata dal canadese Georges Prud’Homme alle Olimpiadi di Anversa 1920, i guantoni con cui il tedesco Richiarì Vogt ha vinto l’argento a Berlino 1936 nella categoria “pesi medio-massimi”, ma anche la medaglia d’oro di Herbert Runge nelle stesse olimpiadi.
Molti gli oggetti risalenti agli anni ’60 e ’70: la divisa con cui lo statunitense Ronald Harris ha conquistato la medaglia di bronzo a Tokyo 1964, un paio di guantoni firmati da 22 boxeur medagliati a Monaco 1972, o gli Everlast con cui Sugar Ray Leonard vinse il titolo olimpico a Montreal 1976, o i mitici guantoni firmati da Muhammad Ali e Joe Frazier.
Tra i capi degli anni ’90 troviamo la divisa con cui il coreano Chol-su Choi si laureò campione olimpico nei “pesi Mosca” a Barcellona 1992, o la medaglia d’oro di Atlanta 1996.
Venendo ai Giochi più moderni, ci sono le scarpe indossate dal camerunese Willy Bertrand Tankeu e i guantoni di Julie Kitson ad Atena 2004, la medaglia commemorativa di Pechino 2008, divisa con cui il cubano Arlen Lopez è diventato campione olimpico a Tokyo 2020 nella categoria “Mediomassimi”.
Moltissime anche le foto, le sculture e i manifesti che raccontano la boxe nelle varie edizioni delle Olimpiadi: da un diploma consegnato a Richard Kenneth Gunn per la sua vittoria a Londra 1908, fino ai poster di Sidney 2000, passando per le iconiche immagini di Mosca 1980 o Seoul 1988, solo per citarne alcuni.
Insomma, se avete voglia di fare un’immersione nell’epopea della boxe, non perdete il Museo Olimpico di Losanna, il miglior modo per rivivere le gesta dei campioni che hanno scritto la storia di questo meraviglioso sport.